lunedì 9 aprile 2012

0 Babbo Lagnone

 Io, in una foto recente.

Buonasera.
Il mio nome è Babbo Lagnone: so che vi è nuovo, ma molto probabilmente non così nuovo.
Effettivamente, Lagnone non sta solo per lagnone: sta anche per motoseghe.

Sì, io sono l'inventore della motosega.
L'ho creata nel lontano 1457 avanti Cristo.
Avanti Cristo nel senso che ho tirato tante di quelle bestemmie, per costruirla.
Come l'ho creata, mi chiedete? Ve lo racconto subito.


Nel 1401, un simpatico ometto che si chiamava Errori Coniglio (oh, nel Rinascimento era un nome diffusissimo) mi propose di aprire una piccola aziendina nel settore tessile.
Io, essendo un lagnone, cominciai subito a esporre i miei "ma se":
Ma se poi il tessuto arriva da Donna Culaia*?
Ma se poi le massaie preferiscono la concorrenza gay?
Ma se poi il cibo che mi ritrovo a mangiare crea carenza di metapossidilflorato nel mio organismo?
Ma se poi Johnny Depp viene a protestare dicendo che ha viaggiato a ritroso nel tempo per ciularci l'idea e venire a reclamare il diritto di precedenza solo perché è Johnny Depp?
Ma se poi facciamo bancarotta?

Errori Coniglio aveva previsto tutto ciò di cui mi ero lagnato.
E voleva che accadesse.
"Perché?" chiesi.
"Perché sono nato a San Pietroburgo" rispose lui.
"E quindi?"
"Eh, niente. Così. Tu fidati, che poi avrai tutte le risposte a tempo debito."

E così, aprimmo l'aziendina, ci facemmo arrivare il tessuto da Donna Culaia, creammo abiti più brutti della concorrenza gay (la parte più facile), mi ammalai per carenza di metapossidilflorato (la parte più media), e Johnny Depp venne a rompere i coglioni (la parte più difficile).

Inutile dire che facemmo bancarotta.
E un giorno, venne un funzionario dell'Ordine dei Fallimentari, tal Remigio Oigimer.
"Buongiorno, signor LagnonSBRRRLLLLGGGHHHHRHRHRH" disse.
Fece quel verso strano perché Errori lo sbudellò mentre mi salutava.

"Beh, perché l'hai fatto?"
"Ricordi che ti dissi che ero nato a San Pietroburgo?"
"Eh."
"Ecco, in realtà lui non si chiama Remigio Oigimer, ma Remigio Oigimer."
"Ma non è la stessa cosa?"
"No: è il suo nome allo specchio."
"Capisco. Ma quindi?"
"Eh niente, era una spia tedesca. Stava cercando di incastrarmi, e allora visto che un mio informatore mi ha fatto la soffiata riguardo al suo lavoro di copertura, gli ho teso questa trappola. Mio Oigimer, tanto ormai sei esangue: gioisco abbestia."

E fu in quel momento che ebbi l'illuminazione: se unite le lettere iniziali della sua ultima frase, salta fuori la parola "motosega".
Così la costruii, e vendetti il brevetto 500 anni dopo a un disgraziato di passaggio.

Ora vado dall'osteopata, che comincio a sentire i segni dell'età.
Buonasera.

*Donna Culaia: la peggiore fornitrice di tessuti dell'epoca.

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