mercoledì 18 dicembre 2013

0 Favola Della Buonanotte #18

Il NON protagonista della storia di stasera.

C'era una volta un miserabondo lottatore di sumo.
Voi direte: ah. E quindi?
E quindi niente, era lì.

In ogni caso, le protagoniste della storia sono le sue mutande da lavoro.


Esse erano molto stàilisc, in voga con la moda dell'epoca.
Erano a strisce miste con colori fluo e una specie di codino a strass.
Gli anni '80 riecheggiano forevah.

Giustamente però, come tutte le mutande da lottatore di sumo, avevano progetti malvagi.
Infatti volevano tentare un omicidio ai danni dei produttori di panini.
"Ci ritroviamo le briciole sempre in mezzo ai coglioni, cazzo" scrivevano nel loro diario segreto, utilizzando termini perfettamente consoni al loro mestiere.
Coglioni, cazzo.
Letteralmente.

Le mutande potevano influenzare le azioni del loro proprietario con pruriti e scomodità varie ed eventuali. Così un giorno, grazie a un interminabile gioco di grattamenti e rimesse in corner delle gonadi, condussero il lottatore di sumo nella sua paninoteca di fiducia.
"Ciao, Osaka" disse il paninotecaro. 
"Osaka" perché arrivava da Osaka, pensate un po'. Il lottatore abitava a Trezzo sull'Adda.
"Oeuh, Trezzosulladda" lo salutò Osaka. Che uno fa presto a integrarsi.
E poi, verso le mutande: "Che panino volete?"
Le mutande risposero con un prurito sul pube e un riposizionamento scrotale verso sinistra.
"Fammene uno con aglio, acciughe, peperoncino e speck", comunicò Osaka a Trezzosulladda.
Trezzosulladda tremò.
"Eeeeeeeuh lo vuoi caldo?"
"Aspetta. Lo vogliamo caldo?"
Impercettibile prurito sulla natica destra.
"Bollente" tradusse il lottatore.

Piccola parentesi: guardate quanto amore c'è, tra un lottatore di sumo e le sue mutande.

Quando il panino fu pronto, Trezzosulladda sapeva che la sua vita era in pericolo.
Il paninotecaro lo affidò alle possenti mani di Osaka con una lacrimuccia all'occhio destro.
"Ellammaddonna, come se fosse il migliore panino che tu mi abbia preparato" gli disse il lottatore di sumo.
"Vaffanculo" replicò Trezzosulladda.

Le mutande stavano pregustando la loro atroce vendetta.
Ma non avevano fatto i conti con Borgosandalmazzoprovinciadicuneo, la lavandaia.
Entrò violentemente nella paninoteca, brandendo delle manette per mutande.
"VOI!" disse ai calzoni di Osaka.
"Eh", risposero.
"MA VOI PARLATE!" notò placidamente il lottatore.
"Sì."
"Ma... Ma come!"
"Ma niente, muoviamo le varie fibre come se fossero corde vocali e parliamo."
"Ma come fate a pensare!"
"Osaka, da quant'è che non ci lavi?"
"No comment."
"Ecco."
"VOI, BASTA IGNORARMI!" proruppe Borgosandalmazzoprovinciadicuneo.
"Ma che avete fatto?" chiese Osaka.
"Niente, stavamo per farti assassinare Trezzosulladda con quel panino, approfittando della sua allergia plurima verso aglio, acciughe e peperoncino. Tutto per vendicarci delle briciole dei panini."
"Ma perché proprio io", domandò giustamente Trezzosulladda.
"CI STAVI ANTIPATICO MALE, UFFA" risposero le mutande.

E così la lavandaia ammanettò preventivamente (ma con un buon motivo) le mutande di Osaka, le quali tentarono il suicidio per sgualcimento istantaneo, ma erano talmente sporche che rimanevano comunque ben compatte.
Morirono nel carcere per mutande cattive, a causa di un'overdose da ammorbidente.

Osaka cambiò mestiere, senza le sue mutande non era più lo stesso.
Comprò un impermeabile brutto a caso e diventò il primo giapponese esibizionista di Trezzo sull'Adda.

Trezzosulladda il paninotecaro, invece, continuò a vendere panini.
Nel frattempo diventò scrittore di best seller a sua insaputa, senza scrivere neanche una riga su un foglio.
Lo stronzo.

Buonanotte.

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