giovedì 3 luglio 2014

0 Favola Della Buonanotte #20



Dedico la didascalia a tutti i rivenditori 
di caccole usate nel mondo.
Ciao.

C'era una volta un rivenditore di caccole usate, che si aggirava nel centro città di Baviovvi, (prov. di Rarevva).
A fare?, chiederete voi.
A cercare clienti.

Il rivenditore di caccole usate (che per questioni di praivasì chiameremo col suo vero nome, Gineco Farsissimi) non aveva una clientela molto vasta, dato che il prodotto che trattava era un po' snobbato.
Ma come, và che le caccole sono sempre al toooooop, direbbe un commerciante di Merdate (prov. di Lecco).
E invece, pensa te, nessuno le comperava.

Finché un giorno.
...Niente, era così per creare l'atmosfera.

Gineco stava per esaurire le speranze, quand'ecco che si infilò in un viottolo buio e maleodorante, perché non guardava dritto.
Oh, con tutte le cacche di cane che spopolano tra i giovani caniminkia, uno deve pure stare attento.
Che poi un caneminkia potrebbe arrivare, e dire "Minkiabbau, stai un po' cisti che ti scodinzolo male".

Comunque, il caccoliere si accorse che non era solo.
C'era infatti un bambino brutto che lo fissava.
"Ehi tu bimbo, come mai sei tutto solo?" chiese Gineco.
Ma il bambino non rispose.
"Bambino, ma sei sordo?"
"No."
"E perché non mi rispondi?"
"Perché non conosci l'etimologia della parola scorreggia, e non parlo con gli ignoranti. Sono un bambino brutto di una certa levatura, io."
"Ma se vuoi cerco col mio smarfòn."
"Sì, per favore, che non la so."

E così Gineco e il bambino brutto divennero amici grazie a Vachepedia, l'enciclopedia franco-indiana non proprio libera ma siamo lì, e all'etimologia della parola scorreggia.

Nacque un sodalizio imprenditoriale fantastico: Gineco andava in giro a chiedere se qualcuno fosse interessato a comprare le sue caccole, mentre il bambino brutto sfruttava la sua bruttezza per rubare i soldi alle vecchiette, ma non quelle buone, bensì quelle stronze come la fame nel mondo che girano in pelliccia e guidano il SUV nonostante non siano in grado.
Che se lo meritano.
Stronze.

Grazie ai soldi rubati alle vecchiette, i due aprirono un franchising di biciclette.
Ma così, senza impegno.
Però aspettate, che non so se è chiaro. Non un franchising di negozi di biciclette, proprio un franchising di biciclette.
Che voi direte, non vuol dire un cazzo.
E invece no, ha un suo senso, ma solo se inspiritate grazie alle turbe inconsistenti del nulla traverso rapportato al fatto che la gente mormora e le pieghette delle camicie stirate fan venire il nervoso pure a Gandhi.
Che è morto.
Pensate.

Il bambino brutto crebbe e divenne un uomo brutto.
Con l'aggiunta di un elemento dovuto al naturale sbrambamento di ormoni: la puzza d'ascelle.
Gineco approvò: dava più credibilità.

E poi niente, continuarono col franchising finché le caccole usate si sentirono così trascurate da aprire un franchising di sgonfiatori di biciclette.
Le caccole vinsero, Gineco pianse giorni e notti e poi fece una brutta fine.
Tipo che divenne un produttore discografico per artisti del calibro di Ores Mazarrotti, o di Armando e i Lasciamo Stare.

L'ex bambino brutto divenne un attore bruttissimo: la controfigura di Nicolas Cage.
Il suo nome d'arte era Cinolas Gace, che pronunciato all'inglese è abbastanza ambiguo.

Morale della favola: se volete diventare controfigure di Nicolas Cage, siete brutti.

Buonanotte.

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