lunedì 17 agosto 2015

0 Le Lotte Brutte Della Domenica Pomeriggio

Una normale domenica pomeriggio nell'ospizio dietro casa tua.

Oggi, si sa, viviamo in un'epoca particolare.
I tabù crollano, gli Amadeus restano.
Ma soprattutto, i vecchietti cominciano a rompere la uàllera.

Voi direte: dove sta la novità?
Ve la dico subito.
I vecchietti rompono la uàllera con la musica a tutto volume.


Tu.
Ehi tu.
Sì, dico proprio tu a te. Tu.
Sei un giovane nel momento più critico che un giovane possa affrontare.
La domenica pomeriggio.
E da bravo giovane, cominci a elencare ad alta voce le domande che ti assillano durante questo terribile supplizio:

- Che cosa posso fare?
- Che cosa mi guardo?
- Chi chiamo per uscire?
- È vero che il teorema di Einstein sulla relatività ristretta può essere applicato anche alla capacità di cucinare di Antonella Clerici?

E sei lì, in posizione supina sul tuo letto, madido di sudore. In TV, la puntata di Doraemon in cui Nobita prova a fare sesso con un albero nel 1749, mentre il gatto spaziale fa da palo e filma tutto, complice la fidanzatina troia.

Quando.
All'improvviso.

FISARMONICHE.

Ti alzi, e già senti i brividi lungo la spina dorsale, perché quel suono fastidioso vuol dire solo una cosa:
I VECCHIETTI HANNO COMINCIATO LA FESTA NELL'OSPIZIO A FIANCO A CASA TUA.

Cautamente ti avvicini alla finestra, e i tuoi occhi sanguinano.
Questi impavidi anziani così allegri, che non patiscono gli effetti della domenica pomeriggio ma che anzi la celebrano, suscitano in te una violenta esplosione di invidia mista a rabbia, per il semplice fatto che tu, giovane dalle mille risorse, non sai cosa straminchia fare.
Nella tua mente si forma lentamente un concetto, che emerge dalla nebbia dei tuoi pensieri e diventa sempre più definito.

VENDETTA.

Così ti vesti con pinocchietti e maglietta dei Sepultura, esci di casa e ti rechi all'ufficio del Pubblico Tribunale per la Tutela dell'Anzianità Naturalmente Anziana (Pu.T.T.A.N.A).
E cominci a denunciare l'accaduto al giudice, quando all'improvviso ti interrompe per domandarti una cosa fondamentale:
"Ma questi vecchi."
E tu: "Eh."
E lui: "Ma li guardano i Pokémon?"
E tu: "Eh, no."
"Mh. E giocano coll'IzBozz?"
"Mi sa di no."
"E si guardano i filmacci spinti con le pornoattrici giappe?"
"Temo di no, vostro onore."
"E che cosa fanno?"
"Mi rompono il cazzo con la fisa."
"Beh, ma è quello che fanno tutti i vecchi: rompono il cazzo, e ascoltano la fisa. Caso respinto, zio."

Sconfitto dal Pu.T.T.A.N.A, cominci a vagare senza meta fino ad arrivare verso il municipio.
Ed è qui che hai un'idea stupendevolmente insana.

Entri nell'ufficio Anagrafe, ti fai cambiare il cognome in Galimberti (tipico nome da vecchietto) e ti fai mettere l'anno di nascita intorno al 1937 o giù di lì.
Con la nuova carta d'identità ti presenti dai vecchietti che intanto hanno attaccato la "Mazurca del Polistirolo Espanso" e al buttafuori dici:
"Ciao, sono un vecchietto."
"Dimostralo."
"Ecco la mia carta d'identità palesemente NON appena sfornata dall'ufficio Anagrafe."
"Cazzarola, che lifting, signor Galimberti!"

Ti intrufoli, e vai verso l'orchestra.
Con una serie di diti medi ti rivolgi verso il fisarmonicista, però a tempo di dubstep.
Lui è talmente confuso che attacca un pezzo di Scrillez.
A quel punto tutti i vecchietti vanno nel panico: 
"AJUTO!" (perché si sa, i vecchietti mettono le I lunghe come neanche gli spagnoli.)
"AJUTO, DICEVO, CI SONO I SABOTATORI!"
"DOVE, DOVE!" urli tu, facendo finta di niente. "DOVE SONO QUESTI MARJUOLI!", aggiungi, utilizzando la I lunga per non farti smascherare.
E così i vecchietti corrono da una parte all'altra dell'ospizio, chiedendo i rinforzi delle infermiere, ma quelle sono troppo ipnotizzate da Scrillez da ignorarli, e questi lanciano dentiere a mo' di rampino, per tentare di fuggire scavalcando i muri di recinzione, fuggendo a bretelle levate.
Tu ti dilegui all'ombra dei salici, sghignazzando malignamente.

E finalmente la giustizia regna sovrana, e puoi di nuovo concentrarti sulla noia della tua orribile, orribile, ORRIBILE domenica pomeriggio da giovanotto di provincia.
Stima, zio.

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