"Perché capisce, sono i gazebo che fanno la differenza."
Ciao, sono un castoro.
Sapete, noi castori abbiamo un sogno nel cassetto: gestire un centro del fai da te dedicato ai giardini e ai signori che abitano in un condominio dal balcone stretto.
Cercate di capire: una vita dedicata a masticar legna non è proprio simpaticissima.
Soprattutto se sei in compagnia di gente poco gradevole come Lino, il castoro dall'alito così pesante che ha eradicato un faggio centenario pronunciando la parola "mammografia". Così, senza un motivo preciso.
Oppure come Gigiengio, che arriva da Cengio (SV). La sua peculiarità è quella di far ammalare di gotta gli altri castori raccontando barzellette sugli ingegneri chimici.
Ecco perché tutti quanti vorremmo passare a un altro settore.
Sempre categoria fai da te per esterni, ma in una versione più soft e soprattutto meno radical-chic. Che poi vai col frista sulla busta, ma questa è un'altra storia.
Pensate l'efficienza.
Ci sarebbe la signora bionda quarantenne col SUV, che con fare arrogante direbbe:
"MMMMM cercavo una simpatica statua da nano in calore per arredare il mio elegantissimo giardino alla sudafricana con inserti tipici dell'estremo oriente: voi cosa mi consigliate?"
E le risponderei:
"Mah, prima di tutto opterei per un nano delle isole di Florlz, isole famose per i loro nani da giardino. Le dipingono come le Citroen, e sono perfino decapottabili, nel senso che se li urti non si capottano. Poi però aggiungerei un fine moccolo di lama, di quelli che ci puoi disegnare sopra la Monna Lisa inzuppando uno stecchino nel moccolo."
E allora rimarrebbe soddisfatta, e andrebbe a troieggiare altrove.
Oppure la simpatica vecchina che di moccolo hanno già il loro, che mi chiederebbe se è possibile andare a casa sua per verniciarle lo steccato con una tipica decorazione floreale dell'impero autro-ungarico. Io le risponderei di andare affanculo, e di prepararsi meglio sui libri di storia.
Vedete? Siamo praticamente nati nel mestiere.
Ma il nostro padrone è uno schiavista.
Il nostro padrone è Gaeturi Salvano, detto 'O Risturante, perché pranza sempre con piatti da gourmet, lo stronzo.
Mangia e poi sputacchia dei pezzi di gambero sulle nostre bellissime dighe.
"Questo è il mio impero" dice, "l'impero delle dighe di legno."
E noi zitti a lavorare.
E non possiamo neanche cantare le canzoni degli alpini, che gli stanno sulle balle.
Salvateci, vi prego.
Salvateci e fateci ottenere un finanziamento dalla Regione.
Grazie.
Sapete, noi castori abbiamo un sogno nel cassetto: gestire un centro del fai da te dedicato ai giardini e ai signori che abitano in un condominio dal balcone stretto.
Cercate di capire: una vita dedicata a masticar legna non è proprio simpaticissima.
Soprattutto se sei in compagnia di gente poco gradevole come Lino, il castoro dall'alito così pesante che ha eradicato un faggio centenario pronunciando la parola "mammografia". Così, senza un motivo preciso.
Oppure come Gigiengio, che arriva da Cengio (SV). La sua peculiarità è quella di far ammalare di gotta gli altri castori raccontando barzellette sugli ingegneri chimici.
Ecco perché tutti quanti vorremmo passare a un altro settore.
Sempre categoria fai da te per esterni, ma in una versione più soft e soprattutto meno radical-chic. Che poi vai col frista sulla busta, ma questa è un'altra storia.
Pensate l'efficienza.
Ci sarebbe la signora bionda quarantenne col SUV, che con fare arrogante direbbe:
"MMMMM cercavo una simpatica statua da nano in calore per arredare il mio elegantissimo giardino alla sudafricana con inserti tipici dell'estremo oriente: voi cosa mi consigliate?"
E le risponderei:
"Mah, prima di tutto opterei per un nano delle isole di Florlz, isole famose per i loro nani da giardino. Le dipingono come le Citroen, e sono perfino decapottabili, nel senso che se li urti non si capottano. Poi però aggiungerei un fine moccolo di lama, di quelli che ci puoi disegnare sopra la Monna Lisa inzuppando uno stecchino nel moccolo."
E allora rimarrebbe soddisfatta, e andrebbe a troieggiare altrove.
Oppure la simpatica vecchina che di moccolo hanno già il loro, che mi chiederebbe se è possibile andare a casa sua per verniciarle lo steccato con una tipica decorazione floreale dell'impero autro-ungarico. Io le risponderei di andare affanculo, e di prepararsi meglio sui libri di storia.
Vedete? Siamo praticamente nati nel mestiere.
Ma il nostro padrone è uno schiavista.
Il nostro padrone è Gaeturi Salvano, detto 'O Risturante, perché pranza sempre con piatti da gourmet, lo stronzo.
Mangia e poi sputacchia dei pezzi di gambero sulle nostre bellissime dighe.
"Questo è il mio impero" dice, "l'impero delle dighe di legno."
E noi zitti a lavorare.
E non possiamo neanche cantare le canzoni degli alpini, che gli stanno sulle balle.
Salvateci, vi prego.
Salvateci e fateci ottenere un finanziamento dalla Regione.
Grazie.
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