domenica 29 settembre 2013

0 Favola Della Buonanotte #17

Il protagonista della storia di questa sera.
L'immagine ha solo scopo pubblicitario.

C'era una volta uno scoiattolo truzzo.
Già questo basterebbe per concludere la storia, ma noi andiamo avanti.
Egli aveva un piano geniale per far andare d'accordo tutte le persone del mondo, a partire da quello stronzo del formichiere suo vicino di casa.
Il roditore voleva far diventare tutti truzzi.


Aprì dunque un sito internet per gente truzza, www.cistibbao.zio.
Fece una pubblicità pazzesca, con cubiste volantinare e spammamenti di meenchia su tutti i social network.
Ma (s)fortunatamente non ottenne successo e perse un sacco di soldi, perché era uno scoiattolo incapace.

Deluso e amareggiato, decise di tentare un approccio diverso.
Un giorno scese in città e cercò un gonzo in giacca e cravatta. Ne trovò uno che assomigliava a un cantante napoletano, ma con molta meno verve e più bruttezza d'insieme.

Tipo, no.*


Gli legò i lacci delle scarpe, aspettò che cadesse e lo rapì.

"Dove mi stai portando?" chiese il gonzo.
"Uhm, ottima domanda" rispose lo scoiattolo.
"Eh, visto che mi rapisci gradirei almeno sapere dove mi porti."
"Ah, pensavo ti interessasse il motivo, più che altro."
"Ma sì, a quello ci pensiamo dopo."
"Credo che tu sia il soggetto perfetto."
"Per cosa?"
"Eeeeeeeh."

Arrivati al laboratorio segreto dello scoiattolo, il gonzo si rese subito conto che la situazione non era delle migliori.
"Scusami la domanda, ma perché in un laboratorio segreto c'è il poster di Gigi D'Agostino?" chiese.
"Perché è un laboratorio utilizzato per sintetizzare i truzzi partendo da soggetti idonei", replicò lo scoiattolo.
"Mh. Ed è un bene?"
"Mah, visto il soggetto, decisamente."
"Vabbè, mi fido. Ma solo perché sei uno scoiattolo" concluse il gonzo.

E così lo scoiattolo, manovrando leve a forma di canna arrotolata male e pacioccando con sensori dotati di capezzoli, introdusse nel gonzo il Seme della Truzzitudine nel suo cervello, ovvero la Cassa Ignorante™.
Il Tuzzettuzze, per i non addetti ai lavori.
Ecco, quello.

Ricordiamo però che lo scoiattolo era un incapace, e non riuscì a creare un diffusore sonoro a misura di essere umano.
Agganciò dunque un subwoofer alla schiena del gonzo per diffondere il verbo e dar fastidio alla gente perbene, quegli stronzi.
"Vai, sei libero" proclamò lo scoiattolo.
"Oh minchia frate, stai cistieccàlma" rispose il gonzotruzzo, piuttosto alterato.
"Ti ho detto che puoi andare via, ciccio."
"E se io volevo restare qui?"

Dopo questo clamoroso errore grammaticale, lo scoiattolo scoprì di non essere così truzzo.
Scappò in Messico, aprì un negozio di scarpe brutte e si sposò con una scoiattola messicana senza baffi.
Fece un figlio, lo chiamò Jijjino (che in Messico la J si legge H, quindi la pronuncia corretta sarebbe "Hihhino", scatarrando voluttuosamente).

E visse ridendo istericamente e sputando costantemente su un golfino di lana.
Il gonzotruzzo invece è stato assunto come altoparlante per arrotini a pagamento.

Morale della favola: se siete scoiattoli con ambizioni mondiali, andate in Messico a vendere scarpe.

Buonanotte.


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